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Il Carnevale di Putignano è una festa cittadina che si svolge ogni anno nel comune di Putignano, provincia di Bari, in Puglia. La maschera caratteristica della manifestazione è chiamata “Farinella“ e deve l’origine il suo nome all’omonima pietanza di Putignano. La versione attuale della “Farinella” prevede che abbia l’aspetto di un Joker, con un abito costituito da toppe multicolori e un cappello a due punte, ciascuna delle quali con un sonaglio. “Farinella” oltre ad essere la maschera tipica del carnevale di Putignano è anche il titolo di un brano musicale strumentale e di carattere allegro, tipico del periodo carnevalesco. Tale brano è stato scritto e dedicato dal fisarmonicista putignanese Maestro Benedetto Pipoli, all’omonima maschera di carnevale.
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Origini
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La tradizione trova nel l’anno 1394 la nascita del Carnevale di Putignano… e più precisamente quando le scorrerie saracene sulle coste della Puglia impongono di spostare le reliquie del protomartire S. Stefano da Monopoli verso l’entroterra, per poterle difendere più facilmente. In questa occasione, il comune di Putignano viene scelta come meta per il trasferimento delle reliquie. All’arrivo di queste ultime, i contadini, impegnati in quel momento nell’innesto della vita, lasciarono i campi e si accodarono festanti alla processione. Dopo la cerimonia religiosa, si abbandonarono a balli e canti. Alcuni di loro recitarono in vernacolo scherzi, versi e satire improvvisati. Secondo gli storici, nascevano in quel momento le Propaggini, ancora oggi cuore della tradizione carnevalesca locale.
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E’ solo con l’epoca fascista che il carnevale contadino si trasformerà in un più raffinato carnevale borghese e cittadino. E’ cosi che nascerà la sfilata di carri allegorici in parata.
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I “Giovedì” del Carnevale
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I Giovedì, feste per antonomasia del Carnevale di Putignano, segnano l’avvicendarsi della manifestazione. Ufficialmente il periodo carnascialesco decorre dal 26 dicembre, giorno delle Propaggini, ma è a partire dal 17 gennaio, con la festa di Sant’Antonio Abate, che il Carnevale entra nel vivo. Da questa data, e fino all’ultima sfilata dei carri allegorici, si susseguono i “Giovedì” del Carnevale. Tradizione vuole che tali appuntamenti siano dedicati a diverse categorie di persone. Ogni giovedì, infatti, punta a rendere protagonista uno specifico strato sociale, con una vena mista di satira e puro divertimento. Quando il calendario lo consente, il primo Giovedì è quello dei monsignori, seguito in un ordine immutabile da quello dei preti, delle monache, delle vedove, dei pazzi, delle donne sposate e dei cornuti.
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Quest’ultimo, in particolare, è caratterizzato dall’immancabile e goliardico rito del taglio delle corna, evento curato in ogni particolare (dal richiamo, all’ammasso, al corneo mattutino fino al taglio serale) dall’Accademia delle Corna. Una serie di appuntamenti, i “Giovedì” del Carnevale, che intrecciano sacro e profano e ci portano indietro nel tempo. In passato, infatti, proprio questi giorni rappresentavano l’occasione per improvvisare all’interno degli “jos’r“, tipici locali (cantine e sottani) del centro storico, balli e banchetti in maschera. Oggi tale tradizione viene ripresa e arricchita da sagre, spettacoli, musica e divertimento.
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Carri allegorici in cartapesta
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Tre domeniche prima del mercoledì delle ceneri si allestisce la prima delle quattro sfilate di carri allegorici in cartapesta, rappresentanti il mondo della politica, della cultura o della società. Il fascino dei carri allegorici e delle tipiche maschere del Carnevale di Putignano si basa sull’originalità, la raffinatezza, la delicatezza delle rifiniture della cartapesta ricca di caratteristiche particolari, realizzata con un procedimento che la “scuola putignanese” ha forgiato nel tempo ed ha custodito gelosamente tramandandone la tecnica da generazioni. La lavorazione della cartapesta è uno dei passaggi finali indispensabili nel lungo e variegato lavoro artistico. Il procedimento della lavorazione è un prodigio artistico e tradizionale, che si realizza modellando e plasmando con arte gli strati di carta dei quotidiani ammorbidita dall’usuale colla di farina. La prima fase è quella della creatività, indispensabile per definire l’oggetto da costruire e i particolari del manufatto da realizzare.
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Prima di tutto si crea una sagoma d’argilla, che poi darà forma e dettagli al prodotto finito. Completata si passa al calco in gesso, che, come un negativo, conterrà la cartapesta depositata per dare le sembianze alla scultura. A questo punto si esegue una colata di gesso caldo sull’argilla in modo che avvolga tutta la struttura per assumere la forma voluta sin nelle più piccole sfumature. Il gesso raffreddato consentirà il distacco dall’argilla e allora si potrà iniziare con la cartapesta. Per la sua leggerezza e porosità la carta dei quotidiani viene utilizzata per la costruzione, imbevendola nella particolare colla composta d’acqua e farina. Tagliuzzata in spesse striscioline viene fatta aderire al calco precedentemente rivestito d’olio che consentirà alla cartapesta di non attaccarsi alle parti gessate e asciugando ne favorirà il distacco. A questo punto il manufatto in cartapesta, che ha assunto le sembianze del primitivo modello d’argilla, viene rivestito di “carta cemento” per darle più resistenza, tenuta e impermeabilità e quindi dipinto con colori idrosolubili. Grazie alla leggerezza dei materiali sono stati creati carri di dimensioni maggiori e con movimenti effettuati attraverso leve mosse da uomini.
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Più tardi, si è ricorso a movimenti elettromeccanici che hanno reso quasi autonomo e più spettacolare il movimento. Negli ultimi anni, l’innovazione tecnologica ha permesso il passaggio a movimenti elettronici, attraverso il ricorso a computer che guidano l’alternarsi dei movimenti. La struttura dei carri di Putignano è realizzata in ferro, la cui preparazione va dai 3 ai 4 mesi.
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Alla creatività e alla passione delle giovani leve della cartapesta putignanese, sono invece affidate le maschere di carattere: piccoli carri in cartapesta realizzati dai futuri maestri cartapestai del Carnevale di Putignano.
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